BWW Reviews: My Fair Lady, la favola più bella

By: Dec. 13, 2012
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Convincente il nuovo revival di MY FAIR LADY,
seppur con qualche perplessità
BroadwayWorld.com - Italy

Era il lontano 1956 quando MY FAIR LADY debuttava, con la regia di Moss Hart, al Mark Hellinger Theatre di New York dove chiuse sei anni più tardi dopo ben 2,717 repliche, un record all'epoca. Nel cast figurava, nei panni della fair lady Eliza, una giovanissima Julie Andrews affiancata da Rex Harrison e Stanley Holloway, rispettivamente nei ruoli di Higgins e Alfred Dolittle. Nel 1958, lo stesso cast si trasferì al Drury Lane di Londra dove lo spettacolo replicò per circa cinque anni e mezzo. Qualche anno più tardi, nel 1964, al Sistina di Roma debuttava la prima versione italiana di MY FAIR LADY capitanata da Gianrico Tedeschi e Delia Scala, alla sua ultima apparizione in teatro...

Oggi, nel 2012, questa favola senza tempo torna a far sognare il pubblico del Sistina in una nuovissima e maestosa edizione acclamata da una folta platea di Vip e spettatori, giunti al Sistina sfidando il freddo polare di queste sere romane. Oltre alla splendida Samuela Sardo, che a breve renderà per la prima volta papà il produttore e regista Massimo Romeo Piparo, emozionatissima in prima fila anche la moglie di Luca Ward, Giada Desideri. Tra gli altri, ad applaudire i protagonisti c'erano Pippo Baudo, Deborah Caprioglio, la giovane attrice Giorgia Wurth, Fabio Troiano, Amedeo Minghi, Ettore Bassi, Gloria Guida e Paola Saluzzi; e ancora, Giampiero Ingrassia, Sebastiano Somma, un veterano del musical Rodolfo Laganà, il conduttore del sabato pomeriggio di Rai1 Danilo Fumiento, Silvia Squizzato, Giorgio Borghetti, lo schermidore italiano più volte campione del mondo Stefano Pantano, Giordano Petri, la giovane voce italiana per la Disney Arianna Bergamaschi, Lucio Caizzi.

Indimenticabile la partitura di Frederick Loewe, che strizza l'occhio ora all'operetta viennese ora al musical della golden age di Broadway: una collana di perle che viene lucidata con eleganza dagli arrangiamenti di Emanuele Friello. Peccato che un musical come MY FAIR LADY debba far uso di basi musicali quando meriterebbe un'orchestra coi fiocchi... ma la crisi che stiamo vivendo, ahimè, non lo permette. Purtroppo mancano all'appello Dimmi (Show Me) e Senza te (Without You) che sono stati tagliati, forse per l'eccessiva lunghezza dello spettacolo. L'assenza di questi due numeri musicali genera qualche perplessità e dà l'impressione che lo spettacolo voglia tagliare corto proprio sul finale. A parte questo abbiamo trovato la regia di Massimo Romeo Piparo, alla sua terza esperienza con MY FAIR LADY, molto accurata e sicuramente più matura rispetto alle precedenti: i tempi comici vengono rispettati e tutto scorre lisicio come l'olio fino agli applausi.

Di Piparo è anche la traduzione e l'adattamento del libretto e delle liriche originariamente firmati da Alan Jay Lerner, storico collaboratore di Loewe. C'è da dire che adattare MY FAIR LADY in una lingua diversa dall'inglese è un compito molto arduo dal momento che è un testo profondamente legato alla lingua in cui è stato scritto. Nonostante ciò Piparo, sfruttando tutti gli spunti offerti dall'italiano e dagli innumerevoli dialetti della nostra penisola - il siciliano in particolare - riesce a correggere tutte le incongruenze del doppiaggio della versione cinematografica del 1964: a "La rana in Spagna gracida in campagna" del film viene quindi sostituito un più azzeccato "La pioggia in Spagna bagna la campagna" che ripristina la fresca comicità della scena del derby di Ascott in cui Eliza ripete ingenuamente ciò che le è stato insegnato.


Funzionali, e al contempo sontuose, le scenografie di Aldo De Lorenzo che riescono a ricreare perfettamente i due "volti" della Londra edoardiana: le strade grigie e fumose dell'East End e gli ambienti sofisticati dei quartieri più altolocati e benestanti.
Molto attento il disegno luci di Umile Vainieri anche se, specialmente dei numeri di Alfred Doolittle, avremmo giocato meno sul verde e un po' più sul blu.

Una menzione particolare alle coreografie di Roberto Croce che danno allo spettacolo quel brio che al film mancava... su tutte spiccano per verve ed energia Basta un pizzico (A Little Bit Of Luck), di cui rimane impresso l'uso di coperchi metallici applicati ai piedi dei ballerini, già visto nel revival londinese del 2001; e Portatemi in Chiesa (Get Me To the Church On Time), lo sfrenato addio al celibato di Alfred Doolittle, interpretato da un Aldo Ralli in splendida forma che, nonostante i suoi 77 anni, balla, canta, si diverte e fa divertire, strappa un sorriso e fa riflettere... è sicuramente la punta di diamante del cast!

Grande prova da performer per Luca Ward, apprezzatissimo doppiatore alla sua seconda esperienza nel musical dopo TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE, che presta la voce (e il volto!) al burbero professor Higgins. Perfettamente a suo agio nel cantato - sublime la sua Non vivo senza lei (I've Grown Accustomed to Her Face) - e grande padronanza del palcoscenico e dei tempi comici sostenuti in coppia con Enrico Baroni, un raffinato ed elegante Colonnello Pickering.

Ci dispiace di non aver visto Vittoria Belvedere nella sua forma migliore. L'attrice dimostra di avere tutte le carte in regola per sostenere il ruolo di Eliza ma, purtroppo, la sera della prima era molto affaticata, sicuramente per via di una brutta raucedine. Dal punto di vista attoriale, la sua interpretazione cresce insieme al personaggio: se in un primo momento risulta un po' troppo infantile, dal secondo atto diventa via via più credibile. Occhio all'articolazione delle parole: si perdono alcune battute, nonostante il siciliano sia un dialetto di facile presa! Le auguriamo di rimettersi presto in sesto... sarebbe un motivo in più per tornare a vedere lo spettacolo!

Chiudono il cast un ottimo Roberto Giuffrida, nei panni del romantico Freddy - La strada dove vivi tu (On The Street Where You Live) è uno dei numeri più riusciti - ; Chiara Costanzi (Sig.ra Higgins); Donatella De Felice (Sig.ra Pierce); Paride Acacia (Zoltan Karpaty); il quartetto della servitù composto da Marika Franchino, Silvana Isolani, Carlo Alberto Gioja e Roberto Lovera; e il potentissimo e talentuosissimo ensemble che esegue impeccabilmente le coreografie e intona altrettanto impeccabilmente musiche non certo facili. I componenti meritano di essere menzionati uno ad uno: Ciro Acampora, Nino Amura, Sabrina Cavallo, Luca di Nicolantonio, Francesca Iannì, Andrea Spata, Carmela Visiciano, Elisa Solieri, Myrto Schoinoplokaki, Lazaro Rojais Perez e Sara Pennella.

In una visione d'insieme, questo è un musical ben fatto che guarda alla versione classica di Broadway cercando comunque una sua originalità. È una favola a tutti gli effetti che ha dalla sua una partitura meravigliosa e un cast di prim'ordine. Ovvio, sotto certi aspetti lo spettacolo è perfettibile ma noi ci auguriamo che con qualche replica di rodaggio il MY FAIR LADY nostrano possa raggiungere il successo sperato.

Lo spettacolo terrà compagnia al pubblico romano per l'intero periodo delle festività natalizie e resterà in scena al Teatro Sistina sino al 6 gennaio 2013 per poi proseguire la tournèe nelle principali città italiane fino al 17 Marzo 2013.

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